Sede Comunale

Descrizione

Da poco più di un secolo il paese è denominato Arcinazzo Romano. Prima del 1891 si chiamava Ponza e a tutt'oggi gli stessi abitanti e le popolazioni vicine continuano a chiamarlo Ponza.

Le prime notizie storiche che risalgono all'anno 720 d.C. parlano della vendita della massa ponzana alla diaconia di S. Eustachio in Roma per 50 soldi bizantini d'oro. L'origine del nome si può far risalire ad una famiglia di età romana "Ponzia", proprietaria di vasti possedimenti; altri parlano di esuli dallisola di Ponza occupata dai Saraceni nel Ix secolo, che trovano scampo e rifugio su queste terre.

In un affresco del XIII secolo nel chiostro cosmatesco del monastero di S. Scolastica in Subiaco, sono raffigurati i castelli soggetti all'Abbazia; sullo stemma di uno di essi è raffigurato un ponte a tre arcate con sopra la relativa mitria abbaziale: è lo stemma di Ponza che deriva il suo nome dai ponti che attraversavano i numerosi corsi d'acqua del suo territorio.

Nel 1087 si impadronì di Ponza e Affile un certo Ildemondo, insediatosi a forza in queste terre, il quale fu osteggiato a lungo dall'Abate di Subiaco, Giovanni V che voleva riportare Ponza sotto il dominio dell'Abbazia, e a tal fine chiamò in suo aiuto Papa Pasquale II. Questi accorse in forza, Ildemondo fu sconfitto il castello riconquistato e riconsegnato all'Abate. Dopo alterne vicende nel 1176 per opera del Papa Alessandro III, Ponza ed Affile rimasero definitivamente in possesso dell'àbbazia sublacense. Nei secoli seguenti si avvicendarono numerose ribellioni contro i papi e gli abati commendatari fin6 a quando nel 1735, dopo che alcune famiglie romane ebbero la commenda del territorio sublacense, il territorio passa direttamente sotto il controllo dell'amministrazione dello stato Pontificio.

Nel 1872 (Regio decreto n. 1053 - serie 2a- del 15 ottobre 1872) Ponza passa a far parte del Regno d'Italia. Dal 1891 (Regio Decreto N. 287 del 29 maggio 1891) Ponza deve cambiare nome per l'omonimia con le isole Ponziane e si chiama Arcinazzo Romano, prendendo il nome da quel Narzio, patrizio di Subiaco, vissuto nel IV secolo, che lasciò alla Chiesa e a Papa Damaso, suo padre spirituale i propri territori e la Rocca (Arce), posti sull'altopiano alle rapide falde del monte Altuino, a non molta distanza dell'antica via sublacense. Una diversa ipotesi è che l'etimo provenga dal nome di una concubina di Claudio, chiamata Arcinia, che qui aveva una villa; la località fu infatti abitata per lungo tempo dal romani: la testimonianza più evidente sono i resti di una grande villa imperiale posta a circa 6 Km. dall'abitato.

Ancora oggi Arcinazzo può essere definito un paese prettamente medievale per quel che riguarda la parte vecchia o centro storico. Infatti se osserviamo la struttura degli archi, di alcuni portoni, di varie bifore, delle porte che chiudevano il paese, della torre che domina dall'alto, del campanile stesso, possiamo immaginare quando i Ponzesi erano costretti a vivere la vita del castello, arbitro del quale era il signorotto.

La varietà del paesaggio

Arcinazzo Romano appartiene per storia, tradizioni e caratteristiche paesaggistiche alla zona dell'alta valle dell'Aniene. La litologia di questa zona è quella propria della piattaforma carbonatica lazialeabruzzese con rilievi di origini calcarea. Sono frequenti manifestazioni di erosione delle rocce operate dalle acque meteoriche; il carsismo offre notevoli spettacoli naturali come ad esempio nella conca degli Altipiani di Arcinazzo. Il versante sinistro della valle, ricco di acque, contrasta quello destro, dove si stagliano monti frequentemente più brulli. La vallata si configura alternando tratti più ampi e distesi che, soprattutto in basso, permettono l'estendersi di varie coltivazioni, ad altri più impervi.
La vegetazione è quella tipica del paesaggio dell'Appennino (Monti Simbruini) calcareo che presenta nelle quote più basse boschi di querce di diversi tipi con prevalenza di carpino nero, cerro e roverello; sono presenti inoltre leccede alternate con specie della macchia mediterranea, mentre sopra agli 800-1000 m domina il faggio. Particolarmentre suggestivi sono gli scorci che si godono dal paese che, per la sua posizione a costa di monte, offre uno sguardo dominante sullo spazio circostante. Da qui, elementi tipici del paesaggio collinare si alternano armoniosamente con visuali più strettamente montane, rendendo la varietà l'elemento più immediato alla vista. Dirimpetto al paese si staglia l'imponente catena del Monte Scalambra (ultima catena dei Monti Ernici), una delle montagne più panoramiche del Lazio. Le sue pendici verso Arcinazzo sono coperte da fitti e rigogliosi boschi, solprattutto faggete che, più in basso, lasciano il posto ai castagneti che forniscono i frutti protagonisti in paese.

L'antico borgo

Ancora oggi il centro urbano di Arcinazzo Romano mostra numerosi aspetti tipici del piccolo borgo medievale che rea l'antica Ponza. Le origini del paese risalgono con molta probabilità alla prima metà dell' XI secolo, forse come residenza signorile o come rocca per fini strettamente militari. Durante lo stesso secolo il centro ebbe un rapido sviluppo edilizio: ciò porto alla sua trasformazione in villaggio fortificato e ad un'ampliamento del nucleo abitativo in direzione sud, al di là delle mura e questa direttrice della crescita urbana resterà ben oltre quest'epoca. In tutta l'età medievale bisogna quindi immaginarsi Ponza come un centro vivace di attività sociali, commerciali e politiche e di una certa importanza nella zona. Sebbene esso dipendesse (dal 1176) dall'Abbazia di Subiaco, aveva alcuni rappresentanti della sua comunità presso l'abate e riuscì ad ottenere, in cambio di una somma di denaro al Monastero, dei propr istatuti a partire dal XV secolo. La piazza della chiesa di Santa Maria, nelle cui vicinanze si trovano i resti più rilevanti del periodo medievale, costituiva luogo di riunione e di scambio per gli abitanti del paese.

Le torri e la cinta muraria

Un tempo le mura dell'antico borgo medievale partivano dall'estremità orientale del paese percorrendo un lungo tratto in direzione ovest. Sfortunatamente oggi ne rimangono solo scarsissimi resti nella parte orientale del lato sud, in prossimità di Via Serroni.

Sono invece molto più conservate diverse torri che restano a testimoniare quel periodo:
Partendo dal lato est, dalle parti di via Corte, troviamo i resti di una prima torre all'estremità orientale del paese. Questa, insieme ad un'altra che costituisce il Campanile di S. Maria Assunta, presenta i resti più notevoli: essa si erge in posizione sopraelevata e domina il territorio circostante; doveva avere funzioni prettamente difensive. Si è ipotizzato che qui sia sorto il nucleo più antico dell'abitato medievale, da cui iniziò a svilupparsi la cinta muraria che in seguito avrebbe delimitato il paese. Accanto a questa torre si trovava la Chiesa di San Nicola, distrutta all'inizio del secolo scorso. Probabilmente questa rocca fu la residenza di Ildemondo, un signore che vi si rifugiò dopo essere stato attaccato e sconfitto nel 1109 da Papa Pasquale II e dall'Abate Giovanni V con l'intento di recuperare territori da lui occupati precedentemente. Così dal XII secolo la torre fu sede del governo abbaziale e l'Abate stesso aveva qui una stanza per alloggio. Oggi ne sono visibili due lati che formano un angolo acuto, non molto accessibili perchè circondati da alcuni edifici.

Modalità di accesso

Si accede alla struttura dal portone principale sito in Viale San Giorgio 1 - Arcinazzo Romano (Rm)

Come arrivare

Viale San Giorgio 1 - Arcinazzo Romano (Rm)

Mappa

Costi

L’accesso al municipio è gratuito

Orario per il pubblico

Consultare le schede dei singoli uffici per ricevere informazioni in merito agli orari di apertura

Luoghi collegati

Museo Civico Archeologico Villa di Traiano

Via Sublacense km 30.00 Altipiani di Arcinazzo,km 30

Museo Civico Archeologico Villa di Traiano

Ultimo aggiornamento: 09-04-2024

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